Oggi il sistema delle tutele per il mercato del lavoro sono pensate per garantire le persone assunte a tempo inderminato in aziende grandi, queste, infatti, hanno diritto a cassaintegrazione ordinaria, straordinaria, mobilità, reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa etc…

Peccato che questa fetta di lavoratori sia sempre più piccola, non hanno nessuna tutela i contratti di collaborazione, quelli a tempo determinato, gli apprendistati, ma anche chi viene assunto nelle piccole aziende. Solo il 19% dei giovani è stato assunto nel 2011 con contratto a tempo indeterminato. Ora, i sindacati iniziano a trattare con il Governo dicendo: articolo 18 e cassa straordinaria non si toccano. E sbagliano!

Dovrebbero esordire dicendo vogliamo tutele sul reddito per chi è precario, collaboratore o partita IVA. Non vogliamo neanche il posto a tempo inderminato, tanto lo sappiamo che la fabbrica dove lavoro oggi, con ogni probabilità tra 10 anni non esisterà più o produrrà qualcosa di cui non ho neanche conoscenza. Sappiamo, o almeno io so dalle medie, che non avrei avuto un posto per tutta la vita ma avrei cambiato, per piacere o per necessità, diversi lavori, quindi smettiamola di chiedere un’assunzione a tempo indeterminato e pensiamo piuttosto ad uno stato sociale in grado di garantirmi un sostegno al reddito nei mesi che passano tra la fine di un lavoro e l’inizio di un altro.

E dopo aver messo queste garanzie andiamo a vedere per cosa vale la pena lottare oggi, nel 2012 e non del 1960.

One Response to Riforma del mercato del lavoro

  1. […] norme previste dalla riforma del lavoro di Monti ve n’è una particolarmente interessante, che riprende un’idea che avevo da un […]

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