La batosta, più psicologica che elettorale, del post voto deve essere stata forte per Beppe Grillo perchè in una settimana ne ha infilate una dietro l’altra, diciamo così, dando l’idea di essere abbastanza confuso.

Il 31 maggio Grillo, per dimostrare che Farage è una brava persone riporta sul blog un suo discorso del 16 novembre 2011 dove, si legge, il politico inglese sostiene la tesi del golpe straniero perpetrato contro il governo Berlusconi:

E non soddisfatto, lei (Olli Rehn, Commissario agli Affari Economici) ha deciso che Berlusconi se ne doveva andare. Così è stato rimosso e rimpiazzato dal signor Monti, un ex commissario europeo, un architetto complice di questo disastro dell’euro e un uomo che non era neppure un membro del parlamento. Sta diventando come un romanzo di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi sarà il prossimo che sta per essere fatto fuori.”

Peccato che lui proprio in qui giorni (il 7 novembre 2011) scriveva cose un po’ diverse:

Berlusconi è un vecchio zombie, era già morto politicamente nel 2008. Lo resuscitò Waterloo Veltroni, e le opposizioni, per tre anni che sono sembrati lunghissimi, lo hanno protetto in innumerevoli voti di fiducia e regalandogli deputati a piene mani, da Calearo a Razzi, per tacer di Scilipoti.”

Grillo deciditi, o Berlusconi era già morto dal 2008 oppure è stato cacciato da un golpe guidato da un politico danese, delle due una!

Il giorno prima però Grillo aveva spiegato il perchè del suo innamoramento per Farage, di cui si era dimenticato di parlare in campagna elettorale, e svela perchè ci tiene tanto ad accasarsi con qualcuno:

Si tratta di una scelta strategica e pragmatica al fine di ottenere posizioni nelle commissioni del Parlamento europeo, per ottenere finanziamenti, tempo di parola in parlamento, e un segretariato esperto e professionale.”

Avete letto bene, per ottenere finanziamenti pubblici. Infatti se i 5 stelle non facessero parte di nessun gruppo parlamentare, cosa possibile, avrebbero diritto alla metà dei finanziamenti destinati ai parlamentari. Ma non erano i 5 stelli quelli del “rifiutiamo i soldi pubblici”, “basta finanziamenti ai partiti”, “o noi o loro” etc…? Adesso, pur di averli sono disposti a fare i salti mortali idelologici ed ad allearsi con chi promuove il nucleare e il carbone.

Il 2 giugno Grillo è scatenato, pubblica un farneticante post sui brogli elettorali che ci sarebbero stati nelle elezioni europee, la prova è data da exit pool diffusi negli ambienti della finanza inglesi che davano il M5S al 29% sopra il PD alle 20 di sera (leggete il post perchè è esilarante). Le premesse sono che sicuramente tutti gli elettori 5 stelle che han votato alle politiche sono tornati a votare e che l’Italia è l’unica nazione in cui ha vinto un partito pro-euro.

Sempre in quella giornata Grillo cerca di giustificare la sua simpatia con Farange così:

“Lunedì scorso, subito dopo i risultati, Grillo è stato contattato ufficialmente da Nigel Farage con il quale non erano mai stati fatti incontri o avviate discussioni prima del voto. Da lunedì è iniziato il ballo per la composizione dei gruppi europei. Prima non si sapeva chi sarebbe entrato e con quanti parlamentari. Chi ha più eurodeputati è più appetibile.”

E fin qui nulla di male, anzi condivisibile, salvo però, oggi a distanza di due giorni, pubblicare una ricostruzione dei tentativi di aggancio ai Verdi Europei che il Movimento 5 stelle avrebbe fatto a partire dal 14 maggio, ovvero dieci giorni prima delle elezioni e quindi prima dei risultati. E si lamenta pure del fatto che i Verdi abbiano risposto che i conti si sarebbero fatti dopo le elezioni.

Venerdì 14 maggio (molto prima dell’approccio con l’Edf) ci si mette in contatto con Vula Tsetsi, segretario generale dei Verdi e omologo di Bordez. Viene chiesto un incontro per una chiacchierata informale, esplorativa. Si attende di essere richiamati, come d’accordo, ma non arriva risposta alcuna. Così si fa passare un altro po’ di tempo e ci si riprova. La si chiama un’altra volta. Questa volta è sul TGV: va in Francia per le elezioni. Le viene chiesto nuovamente un preliminary talk, ma risponde che “adesso ci sono le elezioni, dai ne parliamo dopo”.”

Insomma le alleanze si fanno prima o dopo le elezioni?

Sempre il 2 giugno (mai dare un giorno di vacanza, guarda che danni fai su un blog) pubblica un post in cui sostiene che dovunque vi sia un sindaco 5 stelle il Movimento ha preso voti al di sopra della media nazionale, ad eccezione di Parma dove è il sindaco è Pizzarotti. Il commento nel post è che il risultato elettorale va letto come indice di gradimento nei confronti del sindaco. Morale Pizzarotti, che è ultimo in classifica, è il peggiore, messaggio cifrato (ma non troppo) per mandare a dire all’attivista di tenere un profilo basso, faniente se il risultato delle amministrative del 2012 (19%) sia identico a quello delle europee. Infatti il post arriva all’indomani di qualche uscita critica del sindaco pentastellato:

Niente dichiarazioni pubbliche, il sindaco di Parma lo fa con un post su Facebook in cui afferma: «Una sola cosa c’è da dire: alle Europee il Movimento è stato sconfitto, ed è da qui che ripartiremo con maggiore slancio e più forti di prima». Così su Facebook il sindaco di Parma del Movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti. «Ma dobbiamo dircelo – ha aggiunto – e dobbiamo riconoscerlo. C’è il tempo delle vittorie e dei successi, ma c’è anche il tempo della sconfitta e di una doverosa autocritica». 

Per la serie chiunque metta in discussione la linea del capo è messo alla porta!

Concludo con un altro post del 2 giugno, dal titolo l’Euroinciucio in cui si accusa i governi di cercare un candidato alla Presidenza della Commissione Europea diverso da quelli espressi dalle forze politiche. Prima delle elezioni, infatti, ogni forza politica avrebbe dovuto indicare un proprio candidato, il PPE ha presentato Jean-Claude Juncker, il PSE Martin Schulz, la sinistra Tsipras, i liberali Guy Verhofstadt, i Verdi la coppia Ska Keller – Josè Bovè, mentre il Movimento 5 stelle non ha presentato nessuno! Avessero espresso anche loro un candidato ora potrebbero parlare, ma non sapendo chi candidare ora come fanno a lamentarsi di ciò?

Secondo me Grillo dovrebbe prendere esempio da Josè Bovè, uno dei leader dei verdi francesi e prendersi un tempo di decompressione dopo le elezioni, altrimenti rischia che la confusione sia troppo, davvero.

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