Haiti sembra sprofondare nuovamente nel caos. Il 25 febbraio scorso ha rassegnato le dimissioni il primo ministro Garry Conille, dopo solo 4 mesi di mandato. I motivi sono stati i contrasti con il presidente Martelly riferiti in particolare alla gestione dei fondi per la ricostruzione post terremoto. Conille è il quarto primo ministri designato dell’era Martelly che non ha ancora raggiunto un anno di governo (il ballottaggio in cui risultò eletto, infatti è del 20 marzo 2001, ma la sua proclamazione come presidente del 14 maggio 2011). Ieri il Senato ha iniziato a verificare le credenziali del nuovo incaricato indicato da Martelly, Laurent Lamothe, già ministro degli esteri e membro della commissione per la ricostruzione.

La situazione sociale, intanto sta degenerando, dopo le violenze denunciate dalla missione ONU qualche giorno fa, ieri c’è stato il fatto forse più eclatante dal terremoto: un gruppo di 50 ex militari ha occupato la sede del ministero dell’agricoltura nell’ex capitale Port-au-Prince. A capo l’autoproclamato “comandante Mosè” Marcel Daniel, uno degli autori del golpe del 2004. La loro richiesta è quella di vedere riconosciuti 18 anni di stipendio, ovvero il periodo che è trascorso da quando nel 1994 il presidente Aristide sciolse l’esercito haitiano responsabile di diversi colpi di stato (di cui uno proprio a danno di Aristide nel 1991). Chiedono, inoltre, di essere assunti nel nuovo esercito che il presidente Martelly ha annunciato di voler istituire.

Parlamentari e rappresentanti della società civile hanno invano alzato la voce contro l’atteggiamento compiacente dell’amministrazione Martelly nei confronti di questi gruppi composti prevalentemente da giovani che minacciano di destabilizzare la Polizia Nazionale, la sola forza di sicurezza in Haiti, mentre il progetto di restauro dell’istituzione militare, caro al nuovo regime è ancora in fase di stallo.

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