Haiti: un anno dopo l’insediamento del Consiglio Presidenziale di Transizione?
Il 3 aprile 2025 segna il primo anniversario dell’accordo politico che ha portato all’istituzione del Consiglio Presidenziale di Transizione ad Haiti. Questo organismo temporaneo, insediato ufficialmente il 25 aprile 2024, è stato incaricato di guidare il paese verso nuove elezioni e ristabilire la stabilità in un contesto di crescente violenza e crisi umanitaria.
Escalation della violenza delle bande
Nonostante gli sforzi del Consiglio, la situazione della sicurezza ad Haiti è drasticamente peggiorata nell’ultimo anno. Le bande armate, in particolare la coalizione “Viv Ansanm”, controllano ora circa l’85% della capitale, Port-au-Prince, e aree circostanti. Queste organizzazioni criminali sono responsabili di omicidi, stupri, rapimenti e sfollamenti di massa della popolazione. Secondo le Nazioni Unite, oltre 4.200 persone sono state uccise e più di 60.000 sono state costrette a lasciare le loro case dal luglio scorso.
Attacchi alle istituzioni e alla società civile
Le bande hanno esteso le loro attività criminali oltre la capitale, attaccando città come Mirebalais, dove hanno assaltato una prigione locale, liberando oltre 500 detenuti. Inoltre, episodi di violenza hanno colpito anche membri della società civile: due suore della congregazione di Santa Teresa, Evanette Onezaire e Jeanne Voltaire, sono state assassinate a Mirebalais mentre cercavano di proteggere una giovane studentessa, anche lei uccisa.
Proteste popolari e risposta del governo
La crescente insicurezza ha spinto migliaia di haitiani a scendere in piazza per protestare contro l’inefficacia del governo nel garantire la sicurezza. Il 2 aprile 2025, manifestazioni a Port-au-Prince sono sfociate in scontri con la polizia, evidenziando la frustrazione della popolazione nei confronti delle autorità. In risposta, il presidente del Consiglio di Transizione, Fritz Alphonse Jean, ha annunciato nuove misure per combattere la violenza delle bande, inclusa l’allocazione di un budget speciale e il dispiegamento di agenti dell’agenzia ambientale BSAP a supporto della polizia.
Sfide e prospettive future
A un anno dall’insediamento del Consiglio Presidenziale di Transizione, Haiti continua ad affrontare sfide significative. La violenza delle bande ha paralizzato l’economia, aggravato la crisi umanitaria e ostacolato la fornitura di servizi essenziali. La comunità internazionale, inclusa la CARICOM, ha espresso il proprio impegno a sostenere Haiti nel raggiungimento della pace e della sicurezza. Tuttavia, la strada verso la stabilità rimane incerta, e sarà fondamentale un impegno congiunto delle autorità haitiane e dei partner internazionali per affrontare le radici profonde della crisi e promuovere una governance efficace e inclusiva.
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Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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