“Anche Gesù sbagliò i suoi collaboratori”, non è vero
Formigoni, nella sua strenua difesa contro le accuse di troppa vicinanza con il faccendiere Daccò ha dichiarato su Twitter:
Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili
Da un cattolico praticante però mi sarei aspettato una conoscenza un po’ più approfondita del Vangelo e delle Sacre Scritture.
Andiamo con ordine: il primo evangelista a scrivere, Marco, non ha dubbi nel sostenere che se il Cristo “doveva morire” (ovviamente di morte violenta), perché così era “scritto nei cieli”, egli non poteva non essere tradito da qualcuno dei suoi più stretti discepoli. “Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito!”(Mc 14,21). Matteo e Luca dicono la stessa cosa, e se questa scomparsa dipendedalla volontà divina, la colpa di Giuda vadi molto ridimensionata; la sua azione anzi viene a configurarsi come provvidenziale nell’economia salvifica del Padre Eterno, che tutto predispone con largo margine di anticipo sulle possibili scelte degli uomini.
In tutti i Vangeli si parla del fatto che la morte di Cristo, e il suo tradimento, erano già stati predetti. “Io vi assicuro” (Mc 14,18; Mt 26,20; Gv 13,21); “E’ stato stabilito per lui” (Lc 22,22); “Il Figlio dell’uomo sta per morire, così come è scritto nella Bibbia” (Mc 14,21; Mt 26,24); “Devono realizzarsi queste parole della Bibbia: Colui che mangia il mio pane si è ribellato contro di me (Sal 41,10). Ve lo dico ora, prima che accada; così, quando accadrà, voi crederete che Io sono” (Gv 13,18 s.).
Insomma, la scelta di Giuda non era sbagliata. Quella di accompagnarsi a Daccò forse sì.
Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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