Forum Mondiale dell’Acqua: solo la Bolivia contro la sua privatizzazione
Tra gli obiettivi del millennio che le Nazioni Unite avevano stabilito nel 2000 da raggiungere entro 15 anni c’erano:
- Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi; invertire la tendenza attuale nella perdita di risorse ambientali.
- Ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile all’acqua potabile e agli impianti igienici di base.
Per raggiungerli tutte le nazioni del mondo erano chiamate a intraprendere delle azioni virtuose. Nei giorni scorsi, al Forum Mondiale sull’Acqua di Marsiglia dove si potevano prendere importanti decisioni che andassero nella direzione di preservare le risorse ambientali e aumentare l’accesso all’acqua. è stato firmato un accordo che non prevede la sanzione dell’acqua come diritto inalienabile, ne’ la richiesta di inserimento nelle Costituzioni nazionali del diritto di accesso all’acqua potabile, ma viene indicata la strada della privatizzazione dei sistemi di gestioni delle reti idriche come la via che può portare ad un uso più sapiente della risorsa, anche alla luce della crisi economica. Si è sancito il principio che un diritto umano universale possa essere affidato al mercato e non alla collettività. Solo la Bolivia non firmerà l’accordo, Bolivia che aveva già modificato la propria costituzione riconoscendola come bene comune.
Dal Forum Alternativo partirà la richiesta di abolire il Forum Mondiale dell’Acqua a cui partecipano governi, FMI e Banca Mondiale ma sono esclusi i popoli per sostituirlo con un’Agenzia delle Nazioni Unite. C’è già la richiesta di convocare la prossima assemblea per il 2014.
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Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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