Honduras, domenica si vota e tra i candidati c’è anche la moglie di Zelaya
Chi si ricorda dell’Honduras? e di Zelaya? fu il primo golpe (poi seguì quello in Paraguay) perpetrato nell’era Obama in cui i Clinton presero le parti dei golpisti. A sostituire al potere il presidente eletto Zelaya fu il figlio di immigrati italiani Micheletti. La stampa italiana si concentrò di più sulle sue origini bergamasche che sull’assurdità di quel golpe realizzato per impedire l’adesione fattiva dell’Honduras all’ALBA, l’organizzazione di stati che faceva capo al Venezuela di Chavez.
All’epoca seguì molto la vicenda, in particolare la diretta di TeleSur del rientro tentato da Zelaya dalla frontiera con il Nicaragua. In quell’occasione la sposa di Zelaya, che era rimasta in Honduras, chiese ai militari golpisti di rientrare nelle caserme, non fu ascoltata, ci furono cariche, un morto e arresti. Era luglio del 2009.
Da allora molte cose sono successe in Honduras. Il 30 novembre del 2009, a delle elezioni alle quali non partecipò il blocco di sinistra, venne eletto Lobo. Il 28 maggio 2011 Zelaya è rientrato in Honduras, le accuse contro di lui sono decadute.
Domenica si voterà per eleggere il successore di Lobo. Un totale di nove candidati sono in lizza per la presidenza del paese. I sondaggi danno come favoriti Juan Orlando Hernández, del Partito Nazionale (al governo), e Xiomara Castro, moglie dell’ex presidente Manuel Zelaya, del partito Libertà e Rifondazione (Libre).
Ecco Xiomara presidente sarebbe un bel modo per chiudere quell’infame golpe!
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Il candidato del Partido nacional Juan Orlando Hernández è in testa, con il 34,08% dei voti. È sufficiente, visto che le presidenziali in Honduras si fanno con un turno unico. Seconda con il 28,92% è Xiomara Castro de Zelaya, che si era candidata al posto del marito, dal momento che la Costituzione vieta la rielezione. Zelaya si è candidato deputato e sarà il capogruppo al Congresso. Solo terzo con 20,70% il candidato del Partito liberale Mauricio Villeda. Quarto col 15,64% Salvador Nasralla, popolarissimo presentatore televisivo fondatore di un Partito anticorruzione che, mutatis mutandis, potrebbe essere assimilato a un Grillo honduregno.