Escalation di violenze in Repubblica Dominicana contro le persone di origine haitiana
L’ultimo episodio si è registrato ieri quando, dopo che un ragazzo dominicano è stato trovato morto a Moca, un gruppo di persone, accusando dell’omicidio non meglio identificati haitiani, si è recato presso le case di alcuni haitiani per cacciarli, spaccare le case e dare fuoco ad un paio di esse. Tra le persone allontanate a spintoni e colpi di bastone anche bambini, neonati, donne alcune di loro incinta o che avevano dato alla luce solo 6 giorni prima. Un totale di oltre 300 persone.
Due video, terribili, testimoniano l`accaduto, in uno si vede addirittura la polizia che anzichè bloccare e arrestare gli aggressori, vi dialoga cordialmente.
Questi fatti, molto simili a quelli successi un paio di anni fa a Santiago, nella comunità de Los Platanitos, e si sommano a tanti episodi, all’apparenza isolati, di intolleranza e giustizia sommaria perpetrata da dominicani, per lo più ipernazionalisti, contro persone haitiane o discenti da haitiani.
Il clima è stato tutto un crescere dalla sentenza della Corte Costituzionale dominicana che ha eliminato la cittadinanza a oltre 200.000 cittadini di discendenza haitiana e che solo in piccolissima parte è stata mitigata dalle legge di naturalizzazione del governo Medina. Ormai la miccia era stata innescata e il dibattito si è spostato da quello dei diritti a quello delle illazioni. Nei media dominicani i nemici sono stati individuati nelle ONG e nella Corte Interamericana per i Diritti Umani. Le prime accusate di volere l’unificazione dell’isola in un unico stato la seconda di non difendere i diritti dei dominicani. Addirittura contro quest’ultima una nuova sentenza della Corte Costituzionale dominicani ha sancito l’uscita della stessa Repubblica Dominicana dalla Corte dei Diritti Umani.
Morale, complice anche l’avvicinarsi delle elezioni primarie per la presidenza e tutti i carichi politici (dai parlamentari ai sindaci), i discorsi contro la supposta invasione haitiana si stanno moltiplicando e le persone interpretano come una libertà d’intervento estrema, che arriva al furto dentro la casa dell’ambasciatore haitiano a Santo Domingo (compiuto da poliziotti e militari) o all‘impiccagione di un haitiano a Santiago per essersi rifiutato di partecipare all’uccisione di una persona o a tentare di contrattare un sicario latitante per uccidere dei giornalisti accusati di essere troppo filohaitiani.
Aggiornamento 10/04/15: La polizia dominicana ha arrestato 11 persone con l’accusa di aver partecipato alla rappresaglia contro gli haitiani a Moca
Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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