Perchè non ho partecipato al voto sull’ordine del giorno sull’Ucraina
Durante il Consiglio Comunale del 27 ottobre 22 siamo stati chiamati ad esprimerci rispetto ad un ordine del giorno presentato da Rita Zecchini sulla guerra in Ucraina. Ho deciso di non partecipare al voto, dichiarandomi inadeguato ad esprimermi su un testo che, tra le altre cose presentava elementi alquanto ambigui (la neutralità dell’Ucraina, il ruolo dell’Italia, il richiamo agli accordi di Minsk, giusto per dirne alcuni). Ho chiesto, due volte, alla consigliera di fare un gesto di pace e quindi ritirare l’odg al termine della discussione per non creare ulteriori divisioni, anche in seno al Consiglio. Non avendo avuto risposta positiva ho quindi preferito uscire dall’aula.
Qui il testo del mio intervento:
Ringrazio la consigliera Zecchini per aver portato in discussione questo tema ma mi trovo in difficoltà nell’esprimermi rispetto all’ordine del giorno e alla fine spiegherò il perchè. Nel frattempo sottolineo alcune cose, per me importanti.
- La pace è il risultato di un cammino comune, condividere con gli altri gruppi il testo dell’ordine del giorno concordando le parole da usare sarebbe stato sicuramente molto più efficace che arrivare oggi in consiglio con un documento che esprime una singola visione.
Entrando nel vivo dell’odg vi sono molti passaggi che mi generano dei dubbi:
- si parla di 8 mesi di guerra in Ucraina, ma quella è solo l’ultima parte di un conflitto molto più esteso che ha vissuto alti e bassi ma che, almeno dal 2014, ovvero da quando la Russia ha invaso e annesso illegalmente la Crimea si può e si deve chiamare guerra. Il fatto che non fosse un tema nei nostri giornali, non vuol dire che non lo fosse.
- si citano gli “Accordi di Minsk”, senza specificare se si parli dei primi o dei secondi. I primi del 2014 erano nell’essenza un cessate il fuoco, i secondi, del 2015, sono complicate misure che sarebbero dovute essere prese da tutte le parti in causa nel conflitto del Donbass e disattesi da Ucraina, separatisti filorussi e Russia stessa. Mi chiedo quale sia il senso di ricordarli nell’odg, come se la guerra sia in qualche modo stata “giustificata” dalla non applicazione degli accordi di Minsk II. E perchè non ricordare allora il memorandum di Budapest dove la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito concordarono, in cambio dell’adesione dell’Ucraina al trattato di non proliferazione delle armi nucleari e del trasferimento del suo arsenale nucleare in Russia, di rispettare l’indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi confini dell’epoca?
- si chiede che l’Ucraina sia neutrale. Ma perchè mai? Io credo che ogni stato abbia piena libertà di allearsi con chi crede sia più corretto, nella piena applicazione del principio di autodeterminazione dei popoli. Sia esso la NATO, il patto di Varsavia, la Corea del Nord o i venusiani. Perchè il Consiglio Comunale di Cernusco sul Naviglio dovrebbe in qualsiasi modo esprimersi su questo? Con quale autorevolezza?
- Svolgimento del referendum sulle zone contese. In un contesto come quello attuale pensare di poter in qualche modo realizzare un processo democratico e libero di autodeterminazione tramite referendum appare come qualcosa di utopico e irrealistico. Basti pensare che, per esempio, in condizioni totalmente diverse, la definizione dello status giuridico di Trieste e dell’Istria dovette attendere nove anni dalla fine della guerra per essere risolto.
- Si realizza una considerazione rispetto alle sanzioni economiche senza però dire cosa si vorrebbe fare: eliminarle? confermarle? legarle a diversi obiettivi?
Arrivo infine alla richiesta di una conferenza internazionale nella quale l’Italia, a detta del dispositivo dell’odg, dovrebbe avere un ruolo attivo. E faccio alcune considerazioni:
L’Italia è rappresentata da queste figure politiche:
- la terza carica dello stato, il presidente della Camera, Fontana, leghista dichiarava nel 2018 che “Le sanzioni contro la Russia sono parte dello scontro in atto in tutto il mondo tra globalisti e identitari”. Quelle sanzioni imposte dopo l’annessione della Crimea.
- dall’altra parte, il segretario del suo partito, Salvini, firmò un accordo di collaborazione con Russia unita, il partito di Putin, accordo che non è mai stato cancellato e i suoi rapporti con la Russia sono noti e attenzionati.
- il legame tra Berlusconi e Putin è altrettanto noto, tanto che solo poche settimane fa il presidente di Forza Italia è arrivato a dichiarare che “Putin voleva solo sostituire Zelensky con un governo di persone perbene” (senza citare le bottiglie di vodka e le epistole dolcissime).
- la seconda carica dello stato, La Russa, Fratelli d’Italia, più o meno nello stesso periodo ci spiegava come gli italiani siano “tutti eredi del duce”. Quello stesso duce che durante le guerre imperialiste in Etiopia non esitò ad autorizzare l’uso di gas chimici contro la popolazione civile, Prima volta nella storia, in violazione agli accordi internazionali.
- Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, nel 2016 partecipò all’inaugurazione del “centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk”
- il presidente del consiglio uscente Draghi si è recato negli USA per ricevere un premio da Kissigner, lo stesso che è responsabile di guerre e colpi di stato dal Cile all’Asia, dimostrando un discutibile rapporto con le modalità di risoluzione dei conflitti.
- Matteo Renzi per un po’ ha aspirato a guidare la NATO, ma lo stesso alleato Calenda ha dichiarato: “Con che credibilità Renzi in futuro potrebbe in futuro influenzare la politica estera dopo aver ricevuto soldi personalmente dall’Arabia Saudita?”.
- Guardando a sinistra, Maurizio Acerbo effettua uno strano parallelismo quando afferma, aprile 22, “In Italia la NATO ha diretto la strategia della tensione, con stragi contro la democrazia italiana, al fine di impedire che il PCI andasse al governo. Non dovrebbe stupire che i russi non vogliono la NATO al confine.”
- Marco Rizzo, del Partito Comunista, si spinge oltre, per lui “Putin ha reagito a una provocazione”
Mi chiedo perché mai l’Italia dovrebbe avere un ruolo in questa conferenza se non riesce neanche a presentarsi con persone credibili rispetto alle proprie relazioni con le parti in causa.
Inoltre, sono convinto che uno dei grossi problemi sia il fatto che le Nazioni Unite vengano continuamente bypassate da iniziative bilaterali. Credo fermamente nel multilateralismo e quindi sul fatto che gli Stati nazione debbano fare un passo indietro. Sarebbe utile la riforma globale del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ha ancora un anacronistico diritto di veto da parte delle nazioni che più guerre hanno condotto dopo la seconda guerra mondiale.
Arrivo ora a definire la mia inadeguatezza.
A fine gennaio 2022, pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, l’ex presidente del Consiglio e ex Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, scriveva “Russia ed Europa, anche nella difficile contingenza politica di oggi, hanno tutto l’interesse a non tirare troppo la corda e a ritornare ad un accordo duraturo”. Lo stesso presidente ucraino a inizio febbraio 2022 rifiutava pubblicamente le avvertenze USA su una prossima invasione della Russia dicendo “Sono il presidente dell’Ucraina, sono di base qui, e penso di conoscere i dettagli più a fondo di qualsiasi altro presidente”.
Se politici navigati e sicuramente più informati di noi non sono riusciti a prevedere quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni, come potremmo fare noi delle affermazioni dal Consiglio Comunale di Cernusco?
Allora dico solo una parola, quella che ha guidato la Marcia per la Pace Perugia Assisi della scorsa primavera “Fermatevi!”.
Condividiamo tutti l’orrore della guerra, di quella in Ucraina, e di tutte le altre meno mediatiche, ma non abbiamo gli strumenti per dire, noi, cosa dovrebbero fare gli altri.
Anche Papa Francesco l’ha ribadito. Papa Francesco che, ricordo, anche se molto citato da destra e sinistra, forse non è molto capito, visto che mentre in Italia molti politici esultavano per il golpe contro Allende, politici i cui eredi sono oggi al governo, lui dava ospitalità e rifugio ai socialisti cileni, perchè la religione è prassi, non parole. (Gesù è verbo, non sostantivo, dice Ricardo Arjona).
Papa Francesco scrive in questi giorni: “In nome di Dio, fermate la guerra”.
Fermate le guerre, senza mettere paletti, non dice fermate se si ritirano le truppe, fermate se si rispettano gli accordi di Minsk, fermate se…
Fermate e basta.
Quindi, chiedo alla consigliera Zecchini di ritirare l’odg, che ha avuto il merito di farci discutere stasera. “Fermiamoci!”
In caso contrario annuncio la mia decisione di lasciare l’aula dichiarandomi incompetente e inadueguato a indicare alle forze in campo cosa devono fare.
grazie.
Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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