Un giorno di luglio del 2002, mentre mi aggiravo per i corridoi afosi e deserti della Bicocca scorsi nella bacheca dei tirocini una cartello di poche righe che, in sostanza diceva: “Chi vuole fare il tirocinio di Scienze dell’educazione in Repubblica Dominicana mandi una posta”. Segnato l’indirizzo e spedita la richiesta. Io ero alla fine del terzo anno, avrei dovuto fare il tirocinio l’anno prima, ma essendo stato il primo studente della mia facoltà ad andare in Erasmus, ero slittato di un anno. In Spagna avevo preso un diploma universitario in Governance e riforma dello stato in America Latina ma non avevo mai messo piede nel continente.
Fu così, che tornato a casa e aperto l’atlante per cercare di preciso dove fosse l’isola, che feci l’incontro che cambiò la mia vita.
In Repubblica Dominicana e Haiti ci andai per la prima volta, per un mese, nel marzo del 2003 passandolo tra la polvere della baraccopoli di Haina e visitando la frontiera e Santiago. L’estate seguente vi ho accompagnato un gruppo di diciottenni cernuschesi per un campo di lavoro. Tradizione che ho mantenuto praticamente tutti gli anni. Nel 2006 mi sono trasferito per un anno a Santiago, lavorando per l’ong dominicana Oné Respe con gli uomini haitiani, nell’avvio di un laboratorio di artigianato e con in giovani. Originariamente come parte dello stage del Master in Sviluppo Locale e Qualità Sociale , poi come collaborazione diretta.
Al rientro in Italia, con molti ragazzi e ragazze che avevano conosciuto la realtà dell’isola con i viaggi, ho contribuito alla nascita dell’associazione ColorEsperanza che ha il doppio obiettivo di supportare progetti di cooperazione internazionale e promuovere un’educazione allo sviluppo in Italia . Nel corso degli anni si è poi sviluppata l’area che lavora per la promozione del protagonismo degli stranieri presenti nella provincia di Milano.
La pubblicazione del Haiti volume : l’isola che non c’era che ha raccolto dieci saggi sulla storia e sulla società haitiana.
Nel settembre 2013 ho scritto la postfazione del libro di Paolo Grassi Come tra mare e terra , analisi antropologica della baraccopoli de Los Platanitos di Santiago de los Caballeros (RD).
Da luglio 2014 mi sono trasferito in Repubblica Dominicana dove collaboro con l’Oficina Técnica Provincial di Salcedo in progetti di sviluppo e dove ho diretto il Centro di Eccellenza Accademica Liceo Científico dr Miguel Canela Lazaro fino a luglio 2020.
Ad Haiti ho anche dedicato il mio secondo libro Haiti: il terremoto senza fine, curato per People (novembre 2020) nel quale, con altri autori e autrici, ripercorriamo i dieci anni che trascorrono dal terremoto del 2010 alla fine dell’intervento umanitario delle Nazioni Unite.
Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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