Penso che la proposta di referendum sulla riduzione del compenso dei parlamentari sia una mossa populista, anti-economica e inefficace.

Populista perchè mette al centro dell’attenzione e del dibattito pubblico una cosa dal valore totalmente marginale in una democrazia (tipo potremmo chiedere l’accorpamento dei comuni sotto i 5.000 abitanti, di mettere un tetto alle pensioni sopra i 3.000 euro, di imporre percetuali di investimento su ricerca, istruzione, cooperazione etc…).

Anti-economica perchè i costi di realizzazione di un referendum nazionale sarebbero più alti del risparmio che si potrebbe avere nei prossimi 20 anni di parlamentari con stipendi d’oro.

Inefficace perchè la raccolta è stata avviata a meno di un anno dalle elezioni, quindi, quando le firme saranno depositate, anche se saranno più di 500.000, queste avranno l’unico risultato di congelare il referendum per 5 anni perchè presentato in periodo “non permesso”.

Però l’organizzazione che l’ha proposto si sarà fatta un po’ di pubblicità gratis…

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