Il 15 agosto 2008 iniziava, dopo 60 anni di governo di destra, l’esperienza dell’Alianza Patriotica para el Cambio, Monsignor Fernando Lugo, già vescovo e teologo della liberazione. Il paese che il religioso si trovava a governare era ai primi posti nel mondo per livello di corruzione oltre che alla mercè di mafie, narcotrafficanti, contrabbandieri, imprese disoneste ed entità transnazionali. Insomma, un bel lavoro.

La coalizione che aveva sostenuto la sua elezione era delle più composite, infatti, per battere il Partido Colorado mise insieme i partiti della sinistra popolare, la Democrazia Cristiana e il Partido Liberal Radical Autentico, di centrodestra a cui andò anche la vicepresidenza con Federico Franco.

I suoi anni di governo sono stati segnati da un forte impegno per migliorare l’educazione e la sanità pubblica, mentre in campo economico non ha fatto grandi cambiamenti, salvo migliorare l’accordo commerciale con il Brasile rispetto alla gestione della produzione elettrica della grande diga di Itaipù, che si trova sul confine tra i due paesi. Ma non è stato un cammino facile, già a settembre del 2008 si registravano le prime riunione “golpiste“, il partido Colorado non ci stava a perdere il potere, e neanche l’alletato storico USA, che con Lugo, vicino a Correa, Morales e Chavez, perdeva un altro alleato in America Latina.

In questo scenario si inserisce un cable dell’ambasciata statunitense ad Asuncion dell’ottobre 2009, classificato come “confidenziale” ma pubblicato da Wikileaks. Il cable sintetizza così la situazione:

Many political actors (namely UNACE, the Liberals, and the Colorados) have been waiting for Lugo to make a mistake which could generate sufficient political support for his impeachment.

e ancora

No president has ever been impeached in Paraguay, and to this point, there have not been sufficient votes to impeach Lugo in this fractured Congress. That said, the panorama appears to be changing rapidly, and frustration with Lugo’s ineffective leadership style and inner circle appears to be reaching a boiling point.

Per chiudere con un’osservazione:

 This is yet another instance of how the truth in Paraguay is always difficult to decipher.

Se non sorprende che l’ambasciatore metta tra i nemici di Lugo i partiti dell’opposizione, stona trovarci i Liberali, alleati con Lugo e espressione del vice-presidente. Inoltre l’ambasciatore disegna chiaramente la strategia, bisogna aspettare che Lugo faccia un errore importante poer portarlo in Parlamento e chiederne la destituzione, ma in questo momento non ci sono i voti sufficienti. Infine, riferendosi al problema dei rapimenti che in quel periodo colpiva il Paraguay, accenna a come questi potrebbero essere orchestrati dall’opposizione per screditare la figura del presidente.

Maggio 2012, qualcosa accade.

La tenuta di un senatore del Partido Colorado viene occupata da un centinaio di contadini che protestano contro la scarsità di terre. Dopo tre settimane di confronto la polizia entra con la forza nella proprietà e si registrano 17 morti, 6 poliziotti e 11 contadini. Sono in molti a pensare che tra i contadini, che agirono con perfetta strategia militare organizzando una vera e propria imboscata alla polizia, vi fossero soggetti addestrati dall’Esercito del Popolo Paraguayano, gruppo guerrillero marxista-leninista, oppositore della politica economica di Lugo, se non proprio militari infiltrati. Il risultato immediato furono le dimissioni del Ministro dell’Interno e del comandante della Polizia. Ma non bastò, Lugo fu portato alla Camera per essere giudicato per “cattiva gestione del potere”, dove il Partito Liberale si è unito alle opposizioni, e poi in Senata dove si è votata la sua destituzione.

Franco, del Partito Liberale, diventa così il nuovo presidente che dovrebbe indire le elezioni per la vicepresidenza, la quale potrebbe vedere vincitore Lino Oviedo, leader del Partido Colorado. Siamo in una situazione molto simile a quella dell’Honduras e Zelaya di un paio di anni fa.

Le prime reazioni sono state la sospensione del Paraguay dal Mercosur e dall’UNASUR (di cui Lugo era presindete protempore) e il ritiro degli ambasciatori di molti paesi Americani come Brasile, Uruguay, Argentina, Ecuador, Venezuela, Cile, El Salvador e Colombia.

E gli USA che avevano previsto tutto con tre anni d’anticipo? Secondo la BBC evitano di criticare il neo presidente Franco:

The United States and Spain have avoided publicly opposing or supporting the move, instead pressing the principle of democracy in Paraguay. (…) US State Department spokeswoman Darla Jordan was quoted as saying: “We urge all Paraguayans to act peacefully, with calm and responsibility, in the spirit of Paraguay democratic principles.”

In fondo, molto meglio Franco che Lugo, no? E c’è chi racconta di una Monsanto molto contenta del cambio…

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2 Responses to Golpe costituzionale in Paraguay e le “profezie” degli USA

  1. […] che è durata 29 anni. Oppure si guardi all’ultimo golpe continentale, quello contro Lugo in Paraguay, dove una delle concause sembra essere proprio l’opposizione agli OGM del primo governo […]

  2. […] si ricorda dell’Honduras? e di Zelaya? fu il primo golpe (poi seguì quello in Paraguay) perpetrato nell’era Obama in cui i Clinton presero le parti dei golpisti. A sostituire al […]

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