Quel cane di Monti
Monti, il tecnico, il freddo robot, l’economista della Bocconi, da quando ha deciso di fare il politico, ovvero di cercare il consenso elettorale si è buttato in un mondo in cui non si trova proprio. non è bastato assumere l’espertone delle campagne elettorali di Obama per fare la figura del compagnone. Non c’è storia, al Presidente Obama viene naturale dare il saluto con il pugno all’uomo delle pulizie o portar fuori il cane con moglie e figlie.
In Italia siamo abituati alla panzane di B. con il libro sulla sua vita o le promesse sulla testa dei figli; ma da Monti ci si aspetta qualcosa di diverso. non ci interessa per nulla che sia vicino alla gente, che faccia il simpatico o che si inventi siparietti comici. Lui è stato chiamato per sanare una crisi economica, e, bene o male, è quello che deve fare. Così quando l’altra sera dalla Bignardi ha fatto l’intervista con in braccio un cane sembrava poco più di un anziano al parco. Triste immagine per l’uomo che dovrebbe (doveva) salvare l’Italia. Ma il guru probabilmente, dell’Italia conosce poco, e allora insiste sul povero cagnetto, gli apre una pagina su Facebook e pure un account su Twitter. Chissà quante cosa interessanti avrà da dire quel cane di Monti. Ah, a proposito, si chiama Empy, da Empatia, appunto. Almeno B. che ha lanciato la trovata dell’adottare un cane, l’ha chiamata Vittoria, sempre per seguire la linea di accattivarsi i voti di destra… (che tra l’altro, fossi la nipote Vittoria Berlusconi, un po’ mi girerebbero)
Empy però è fedele ai suoi padroni, infatti segue solo Mario Monti, Daria Bignardi e le Invasioni Barbariche e… Barack Obama.
Questo aiuterà sicuramente a portare contenuti in questa triste e povera campagna elettorale, grazie Monti!
Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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