Quando sul blog di Beppe Grillo si chiedeva la cancellazione del reato di immigrazione clandestina
Ieri due senatori del Movimento 5 stelle hanno fatto in Commissione Giustizia quello che altri colleghi di partiti di Governo non avevano avuto il coraggio di fare, ovvero, proporre la cancellazione dell’articolo della legge Bossi-Fini che istituiva il reato di immigrazione clandestina. La proposta ha raccolto il parere favorevole del sottosegretario presente ed è stata votata anche da SEL e PD. Tutti contenti e per un attimo siamo sembrati un paese normale…
Poi, però il primo scricchiolio, sul blog di Beppe Grillo appare una nota a nome del gruppo M5S Senato dove si rivendica l’azione ma perchè: “il clandestino rimane comunque clandestino, ma sarà più facile procedere con le espulsioni”.
Ma la vera sconfessione è arrivata oggi quando Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio firmano una dura reprimenda ai due senatori:
La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma (…) Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia. Il messaggio che riceveranno sarà da loro interpretato nel modo più semplice “La clandestinità non è più un reato”. Lampedusa è al collasso e l’Italia non sta tanto bene.
Forse il duo al comando del movimento non si ricorda di quando, negli anni scorsi, il loro opinionista Marco Travaglio, ospite fisso del lunedì pomeriggio sul blog si lanciavo proprio contro il reato introdotto con la Bossi-Fini.
Siamo nel 2008 e sul blog di Grillo appaiono queste dichiarazioni:
il reato di clandestinità di cui tutti parlano, discutono, si accapigliano, si dividono, pro/contro, ecc. in realtà non esiste. È stato annunciato, ma nell’articolato di legge che è stato presentato da Maroni e dal governo Berlusconi non c’è il reato di clandestinità, cioè di permanenza clandestina in Italia. Ce n’è un altro che sembra la stessa la cosa ma è completamente diverso. Dice l’articolo incriminato: “Ingresso illegale nel territorio dello Stato. Lo straniero che fa ingresso nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni della legge Bossi-Fini è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e deve essere obbligatoriamente arrestato e processato per direttissima.” (…) Ecco questo è un esempio tipico di come si fa a prendere in giro la gente raccontandole una cosa che non esiste ma dando degli annunci altisonanti usando delle parole molto feroci in modo che la gente si senta rassicurata. “Tolleranza zero”, “Reato di clandestinità”. Il reato di clandestinità non esiste. Esiste un reato impossibile da provare perché è difficilissimo prendere l’immigrato nel momento stesso in cui immigra nel nostro Paese. È l’effetto placebo per i gonzi, per coloro che non leggono le leggi ma ne parlano.
Nella nota di oggi Beppe e Casaleggio affermano che il reato di immigrazione clandestina è normalissimo in molti paesi europei, peccato che solo due anni fa, nel 2011, sempre Travaglio scriveva sul blog di Grillo:
Dalla cella di Trento questo tizio aveva fatto ricorso contro la condanna e i suoi avvocati avevano chiesto ai giudici di interpellare la Corte Europea, perché a dicembre l’Unione Europea aveva inviato una direttiva comunitaria, vincolante per tutti gli stati, che praticamente raccomandava di non incarcerare immigrati, non di non incarcerare immigrati, di non incarcerare gli immigrati colpevoli soltanto di essere immigranti, perché se un immigrato fa una rapina è ovvio, lo si sbatte dentro, come se un italiano fa una rapina. Ma l’immigrato non può essere arrestato per il fatto di essere immigrato, perché essere immigrato non è un reato, è uno status, mi sposto da un paese all’altro, spostarmi da un paese all’Euro non può essere un reato penale, può essere al massimo un’infrazione amministrativa, sanabile con multe, con sanzioni amministrative, l’espulsione, non con condanne penali, non con la privazione della libertà, se non puoi stare qua ti espello perché tu non stia più qua, ma non ti ficco in galera, ti ficco in galera se cominci a delinquere e ti prendo.
E chiosa sempre Travaglio:
L’aveva detto il Vaticano, l’avevano detto giuristi, l’avevano detto il segretariato per l’immigrazione dell’O.N.U., l’aveva detto parte dell’opposizione, l’avevano detto quasi tutti, persino della maggioranza c’era chi aveva dei dubbi, del resto il problema dell’immigrazione non è che è nato nel 2008, come mai noi abbiamo istituito il reato di immigrazione clandestina soltanto nel 2008 e prima no? Perché si sapeva che era una norma inefficace, demagogica, puramente rassicurativa, mediaticamente utile ma materialmente inutile e perniciosa?
Allora perchè Grillo e Casaleggio che sapevano tutto ciò da anni oggi difendono il reato di immigrazione clandestina? Bhè loro lo dichiarano in modo esplicito:
Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico.
Insomma per paura di perdere voti, a scapito della vita di migliaia di persone, mi arrabbio con i senatori del mio gruppo perchè han fatto una cosa che professo sul mio blog dal 2008!
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Donne favolose
14 favole ispirate a donne reali che lottano tutti i giorni per migliore la loro comunità. Da Margherita Hack a Angela Davis, da Malala a Ilaria Alpi. Pensato per i bambini ma ottimo anche per gli adulti.
Lo presento qui: https://robertocodazzi.it/cooperazione-sociale/donne-favolose/HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
Haiti: l’isola che non c’era
Nel gennaio del 2011 è uscito il libro curato da me e Helga Sirchia dedicata alla storia e alla situazione sociale di Haiti, con contributi dei più importanti studiosi dell'isola e dei soci di ColorEsperanza.su twitter
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