#Haiti: un voto negato. Ovvero di come si troverà senza presidente
Tra tre giorni Haiti potrebbe ritrovarsi senza presidente, mentre il primo ministro si è dimesso ieri e il Parlamento è ridotto a pochi rappresentanti.
Tutto questo è stato generato da una serie di cancellazioni di tornate elettorali che non hanno permesso completare il processo di scelta dei rappresentanti del popolo, mentre le spaccature aumentano e i contrasti, anche violenti, incendiano letteralmente le strade del paese.
Per Termometro Politico ho ripercorso i 5 anni del governo del Presidente Martelly tra elezioni cancellate e accuse di colpi di stato. Anni che, anzichè rafforzare il controllo dello Stato, ne hanno indebolito la capacità di incidere sulle sorti della nazione.
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HAITI: IL TERREMOTO SENZA FINE
Haiti è uno dei Paesi più ignorati dai media occidentali. Protagonista della prima rivoluzione guidata da ex schiavi, ma anche terra di conquista per il capitalismo nordamericano. Il 12 gennaio 2010 la sua capitale è stata distrutta da un terremoto: una frattura insanabile nella storia dello Stato caraibico. Per poche settimane i riflettori del mondo si sono accesi su quella terra, e molti vip hanno promosso in prima persona l’idea del build back better, ‘ricostruire meglio’. Ma cos’è successo in questi dieci anni?
Ne parliamo nel libro Haiti: il terremoto senza fine
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